Mmmm…

Allora, le visite sul blog sono calate nelle ultime settimane. Mi assumo le mie responsabilità in quanto sono stata molto impegnata con la scuola, perciò prometto che in queste vacanze sarò più presente. Perciò, vi chiedo, che cosa volete che posti questo pomeriggio?

marty**

Buon venerdì!

Hello friends!! 😀 How are you? I’m fine 😉 Ok, ora basta inglese e passiamo alle cose serie: come avete passato queste feste? Avete mangiato tanto? 😀  I vi farò i miei due regali di Natale tra un paio di giorni… 🙂 Siete curiosi? Oggi, vi metterò solamente delle foto, perché devo andare a leggere un libro che devo ritornare oggi alla biblioteca 😉

Lo hobbit

 

Bilbo sta tranquillamente fumando la sua erba pipa sull’uscio di casa, quando arriva Gandalf, un famoso stregone, che gli propone di prendere parte ad un’avventura. Lo hobbit esita in un primo momento di fronte alla proposta dello stregone dicendo che gli hobbit sono gente tranquilla, non avvezza alle avventure. Tuttavia il giorno dopo fa la conoscenza di un gruppo di nani cappeggiato da Thorin Scudodiquercia e 12 suoi congiunti ed amici: Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur e Bombur. La faccenda prende una brutta piega per Bilbo che si ritrova tutti questi ospiti in casa: durante il banchetto preparato dallo hobbit si scoprirà che lo scopo di quest’avventura è quello di recuperare un immenso tesoro posto nel cuore della Montagna Solitaria sorvegliato dal vecchio e feroce drago Smaug che in passato ha sottratto queste ricchezze ai nani che dimoravano sotto la Montagna Solitaria. (Erebor in lingua Sindarin)Foto 1

Bilbo decide infine di accettare e prende parte all’avventura nel ruolo di “scassinatore” e l’indomani esce di casa a scavezzacollo senza niente in tasca, verso l’ignoto e con l’amara prospettiva di non fare più ritorno nella sua comoda casa, essendo l’avventura irta di pericoli: durante il cammino infatti incappano in alcuni Troll, detti anche Uomini Neri o Vagabondi, i fratelli Berto, Maso e Guglielmo, che li catturano ma da cui riescono a sfuggire con l’aiuto di Gandalf, che con uno stratagemma fa in modo che i tre si tramutino in pietra al sorgere del sole; la compagnia trova nella caverna dei Vagabondi anche le spade che saranno loro di grande aiuto nel corso delle successive avventure, prese rispettivamente da Bilbo, da Thorin e da Gandalf.

Il gruppo giunge così a Forraspaccata, nell’Ultima Casa Accogliente, dimora di Elrond il mezz’elfo: qui, studiando la mappa di Thorin, scoprono alcune rune lunari sulla mappa, simboli particolari che possono essere letti solo mettendo la mappa in direzione della luna e solo quando questa è in una determinata fase: queste affermano che “il buco della serratura sarebbe stato visibile nel giorno di Durin”[14].

Ripartono quindi diretti alla Montagna solitaria passando per le Montagne Nebbiose: in una notte di bufera cercano riparo all’interno di una grotta ma mentre stanno dormendo tutti la parete di roccia si apre e vengono tutti catturati, eccetto Gandalf, da alcuni goblin e portati dal Grande Goblin. Quando ormai sembra giunta la fine, arriva un nuovo, tempestivo intervento dello stregone che, con i suoi poteri, sbaraglia il nemico e permette al gruppo di fuggire. Nella fuga Bilbo, rimasto separato dal gruppo, fa la conoscenza della creatura Gollum, al quale riesce a sottrarre un magico anello che rende invisibili. Una volta fuori dai cunicoli, temendo il ritorno dei goblin, si avviano velocemente fuori dal territorio accidentato delle Montagne Nebbiose, arrivando nei pressi di una folta foresta; giunti tuttavia in una radura cominciano a sentire numerosi ululati provenienti da tutte le direzioni: sono i Mannari, lupi che si preparavano ad una riunione. Immediatamente Gandalf ordina di arrampicarsi sugli alberi, ma l’arrivo degli orchi e dei goblin, alleati dei lupi, complica tutto: questi esseri malvagi danno fuoco agli alberi e i nani non riescono a respirare.

Fortunatamente vengono aiutati dalle Aquile che li portano vicino al territorio di Beorn: questi è un uomo temuto da molti, che è in grado di trasformarsi in un orso. Tuttavia, a discapito dell’opinione comune, Beorn non è affatto malvagio e, anzi, si rivelerà disponibile e pronto ad aiutarli per attraversare il Bosco Atro: qui però Gandalf lascia la compagnia dei nani dicendo che deve occuparsi di altre faccende. Anche l’interno del Bosco si rivelerà pieno di insidie: il cammino è molto lungo e la compagnia deve sempre seguire un sentiero senza mai deviare, pena lo smarrimento della giusta via, ma presto finiscono le provviste e, spinti dalla fame, i nani abbandonano il sentiero; come se non bastasse Bombur cade vittima di un incantesimo e si addormenta. Il Bosco causa loro moltissimi miraggi: ad esempio, vedono intere compagnie di Elfi; come si avvicinano a loro, però, questi spariscono. Ed è durante una di queste visioni che vengono catturati da alcuni giganteschi ragni. Questa volta è Bilbo a risolvere la situazione, aiutato dal suo nuovo anello. Ma le disgrazie non finiscono qui: vengono nuovamente imprigionati, ad eccezione di Bilbo che era invisibile per effetto dell’anello, dagli Elfi Silvani. Anche in questa circostanza sarà il piccolo hobbit ad aggiustare le cose: sfruttando il potere dell’anello infatti libera i nani imprigionati e li fa nascondere all’interno di alcune botti. Immerse queste nel fiume ed usate come imbarcazioni, i compagni giungono a Pontelagolungo.

Qui vengono accolti con grandi feste: tutti sperano infatti che Smaug il drago presto venga cacciato dalla Montagna Solitaria e che la prosperità possa tornare nelle loro terre, quindi danno loro rifornimenti per il cammino fino ad Erebor. Qui la compagnia trova la porta segreta della Montagna e la riescono fortunatamente ad aprire. Bilbo esplora quindi l’interno e vede per la prima volta il drago che dorme su una quantità enorme di oro, gioielli ed oggetti preziosi: lo hobbit allora comincia a dialogare con il mostro utilizzando un linguaggio insidioso ed enigmatico, senza mai rivelare la sua vera identità. Tuttavia il drago capisce che Bilbo è compagno dei nani e gli consiglia caldamente di non avere niente a che fare con loro. Poi lo lascia andare. Prima di congedarsi, il giovane hobbit si rende conto che il drago ha una corazza che gli protegge il petto tranne che in un piccolo punto. Scoperta questa sua debolezza, prende tempo perché Thorin e i suoi possano colpire Smaug, facendo dei discorsi che infastidiscono il drago: questi, accortosi della presenza dei nani, prima cerca di mangiarli ma, non riuscendoci, esce dalla grotta e si dirige a Pontelagolungo, sfogandosi sugli inermi abitanti. Qui sarà però ucciso da Bard l’Arciere, capo dei ribelli al potere del drago, con una freccia, scoccata nel suo unico punto debole, rivelatogli nel frattempo da Bilbo.

Ad Erebor però i nani non restano con le mani in mano. Prevedendo infatti l’arrivo degli uomini del Lago che avrebbero di sicuro preteso il tesoro, con l’aiuto dei Corvi Imperiali ricevono notizie e comunicano ai loro alleati che hanno bisogno di aiuto ed iniziano ad apprestare difese in previsione di un possibile conflitto. Pochi giorni dopo gli Elfi Silvani e gli Uomini del Lago arrivano alla montagna speranzosi di poter prendere i tesori della montagna per risollevarsi dopo la discesa distruttrice del drago. Le trattative proseguono altalenanti, nemmeno l’espediente di Bilbo di dare agli assedianti l’Archepietra riesce ad acquietare gli animi, ed ha il solo risultato di fare infuriare Thorin nei confronti di Bilbo.

Il 23 novembre 2941 T.E. tutto precipita. Arrivano gli aiuti di Dain dei Colli Ferrosi e tutto lascia presagire che ci sia uno scontro fra i nani contro uomini ed elfi. Ma all’insaputa di tutti gli Orchi delle Montagne Nebbiose calano su Erebor accompagnati dagli alleati Mannari. Nani, uomini ed elfi decidono così di allearsi contro il pericolo incombente e comune: ha così inizio la Battaglia dei Cinque Eserciti. La battaglia è furiosa, orchi, Mannari, uomini, elfi e nani si fronteggiano alle pendici della montagna, ma alla fine dopo numerose perdite fra le quali anche quella di Thorin, la vittoria è dell’alleanza militare di uomini, elfi e nani. Prima di morire Thorin riesce a riappacificarsi con Bilbo per le parole con cui si erano lasciati ed a causa delle quali avevano rotto la loro amicizia poche ore prima.

Dain diventa il nuovo Re sotto la Montagna e distribuisce saggiamente le ricchezze conquistate, Bilbo chiede “solo” un paio di bauli, uno d’argento e uno d’oro visto che sarebbe oltremodo difficile e pericoloso portare ricchezze maggiori. Si mettono tutti in cammino per tornare a casa, dove Bilbo arriva nel giugno 2942.

A Hobbiville tutto però va storto, Bilbo è stato infatti dichiarato morto e tutti i suoi averi sono stati messi all’asta e quasi tutti venduti, anche la sua casa sta per essere data ai suoi cugini Sackville-Baggins. Dopo questa incredibile avventura oltre a perdere una parte dei mobili ha perso anche la rispettabilità, tutti lo considerano alquanto strano e un tipo poco raccomandabile. Tuttavia gli fanno spesso visita i suoi amici, elfi e nani, ed inizia anche a scrivere un libro: Andata e Ritorno, le Vacanze di uno Hobbit.

 

 

 

 

Le Cronache del Mondo Emerso: La missione di Sennar

Missione di Sennar

Sennar, a metà del primo libro, aveva proposto al consiglio, in quanto consigliere della terra del vento, di chiedere aiuto nella guerra al Mondo Sommerso. Dopo alcune persone contrarie, la missione è stata approvata. Sennar parte per il Mondo Sommerso, navigando con una nave dei pirati, capitanata da Rool e dalla bella figlia Aires, che affascina non poco Sennar.

Dopo essere arrivato nel Mondo Sommerso, viene arrestato, in quanto abitante del mondo di sopra. Gli abitanti di Zalenia, il Mondo Sommerso, scapparono dalle Terre Emerse per la troppa cupidigia dei suoi abitanti. Chiunque del Mondo Emerso avesse avuto accesso a Zalenia, sarebbe stato condannato a morte. Foto 2

Sennar conosce Ondine, una ragazza di Zalenia che s’innamora di lui, e si reca presso il conte Varen affinché Sennar possa chiedere al re Nereo aiuto per combattere la guerra contro il Tiranno nel Mondo Emerso. Dopo molti pericoli, Sennar ha il consenso del re. Ondine gli rivela il suo amore e lo scongiura di farla andare con lui, ma Sennar non se la sente, ormai certo di essere innamorato di Nihal. La ragazza allora, comprende ciò e gli fa promettere di avere cura della sua innamorata avendola preferita a lei.

Avventure di Nihal

Nihal incontra di nuovo Laio (un suo compagno dell’accademia per cavalieri del drago), che ormai vive da solo, per paura di dover andare in guerra. Laio, però, è deciso ad andare da suo padre per dirgli chiaramente che non vuole diventare cavaliere. Durante il viaggio che fanno, però si scontrano con un gruppo di ladroni che rapisce Laio. Nihal, curata da un vecchio che abita nella foresta, guarisce e salva Laio, che alla fine riesce ad imporre la propria decisione al padre.

Nihal si scontra con Dola, alleato del tiranno, cavaliere di drago, colui che ha ordinato la strage di Salazar. Nihal, per sconfiggere il crudele Dola, decide di ricorrere alla magia proibita, e si affida a Megisto, l’ex alleato del Tiranno, catturato dalle ninfe e costretto a diventare roccia di giorno e uomo di notte. Nihal lo incontra, e scopre che è il vecchio che l’ha curata nella foresta.

Megisto insegna la formula a Nihal, pur non volendo più avere a che fare con la magia oscura, applicandole poi un sigillo che l’avrebbe uccisa se avesse cercato di utilizzarla una seconda volta. Dopo averla imparata, Nihal l’applica alla spada, e riesce a sconfiggere Dola. Ma scopre dal suo maestro che Dola non è altri che il fratello di Ido, e che Ido era uno degli scagnozzi del tiranno, autore della strage dei mezzelfi, costituitosi e pentitosi di ciò che aveva fatto. Nihal, alla fine, lo perdona.

Ricongiungimento

Sennar e Nihal si ritrovano dopo tanto tempo. Si incontrano al confine della Terra del Vento dopo mesi di separazione. L’ultima volta che si erano incontrati Nihal lo aveva salutato ferendolo sulla guancia per l’ira e la rabbia che provava, solo quando l’amico l’aveva abbandonata si era resa conto di quello che aveva fatto.

L’incontro con Reis

Dopo un po’ torna anche Soana, andata via per cercare la sua maestra, Reis, gnoma ed ex membro del consiglio. Soana rivela che la gnoma si era data alla magia oscura, e che voleva vedere Nihal. Soana tuttavia sconsiglia Nihal di andare da Reis, ma la mezzelfo si reca alle Cascate di Naël dove si trova la dimora della gnoma con Sennar in cerca della verità. Reis la riceve, rivelandole che l’unico modo per sconfiggere il Tiranno è un talismano che lei consegna a Nihal. Nihal non le dà ascolto, anche perché la gnoma le rivela che lei stessa, con l’uso di un sigillo, è la responsabile di tutti gli incubi che la perseguitano di notte e che l’hanno resa così come è. In una battaglia, scoprono che il Tiranno adopera un esercito composto da morti. Nihal, con orrore, si trova a duellare con il cadavere dell’amato Fen un Cavaliere di Drago. Nihal alla fine, è costretta a dover seguire il piano di Reis e, quindi, ad iniziare un lungo viaggio verso i vari santuari nascosti uno in una terra e ad affrontare i propri guardiani. Tutto per trovare le otto pietre, tutto per il potere.