Capitolo 7: tutto quello che successe prima

Premessa: anche per Astrid la scuola è cominciata e la routine quotidiana sveglia presto-scuola-pranzo-compiti-maneggio comincia. Ma il suo primo giorno di scuola è un po’ diverso dal solito… tutto quello che le è successo lo racconta sottoforma di pagina di diario

15 settembre 2013,
caro Diario,
e anche un nuovo anno è iniziato. Primo giorno di scuola: le amiche di sempre, le professoresse di sempre, i banchi di sempre… insomma, mi sembrava tutto uguale, tutto come se nulla fosse cambiato dall’anno scorso. Ma no, qualcosa era cambiato eccome. Ecco cosa è successo: entro in classe con Mery e Sally, le mie amiche dai tempi dei tempi e racconto loro le miei ultime avventure con Wayra: “Tutto sta procedendo per il meglio con gli allenamenti, ma in realtà ho paura di McGillan… i miei sono stati veramente crudeli a scegliere quel giudice… non so se ce la farò!”. Loro, da buone amiche, mi tranquillizzavano un po’ e tutto. Ma cambiammo subito discorso: non avevo voglia di farmi troppe preoccupazione il primo giorno di scuola. Così, tra una babata e l’altra, entrammo in classe. Baci e abbracci a tutti i vecchi amici e arriva la Stupferd, la nostra prof di inglese. Ma non era sola: appena dietro c’era un ragazzo che nessuno aveva mai visto. Poco dopo scoprimmo il suo nome: Aiden. Era un ragazzo inglese pure lui, ma di origini australiane. Si era da poco trasferito da Londra alla nostra piccola cittadina. La Stupferd disse a tutti di accoglierlo nel miglior modo possibile. Così, dopo le presentazioni, iniziarono ufficialmente le lezioni. Ma fino a qui tutto normale, no? Quello che mi ha veramente colpito è quello che è successo dopo. Finita scuola, prendo la mia bici e inizio a dirigermi verso casa. Ad un certo punto, mi accorgo che Aiden mi stava seguendo. Così, mi fermai di botto e lo aspettai e gli chiesi:
“Hey, cos’è? Mi pedini?”
“Ahaha, no no… vado a casa anche io in bici, dato che abito qua vicino.”
“Dove abiti, scusa? Conosco bene questa zona e in tutta l’estate nessuno si è trasferito!”
“Sono venuto ad abitare a casa di mio nonno. I miei genitori si sono separati poco tempo fa: mia madre è rimasta a Londra, mentre io sono venuto qua con mio papà. Il nonno ci voleva ospitare ed eccoci qua.”
“Cioè: tu hai prefeito questo bugigattolo di città a Londra?!”
“Sì, preferisco la calma e la tranquillità…”
“Be’, okey, okey… i guasti sono gusti!”
“Già…”
“Che ne pensi della nostra scuola?”
“Be’ sì è carina dai. Poi i professori sono veramente simpatici!”
“Ahahah, imparerai a conoscerli! Ti sei trovato bene nella nostra classe?”
“Sì, sì non è male… anzi! Siete molto simpatici! I ragazzi sono dei boss, sul serio!”
“Sì sì!”
“Tu dov’è che abiti?”
“Questa strada qua, la casa gialla.” gli indicai la casa.
“Ah, bene! Sono il tuo nuovo vicino di casa!”
“Ah, quindi sei il nipote del medico?”
“Esatto!”
“Okey, perfetto! Se ti serve qualcosa, sai dove trovarmi!”
Così, ci separammo e fino a sera nulla di nuovo. Però devo dire che quel ragazzo ha un non so che che mi attira. Lo trovo molto simpatico e vorrei diventare sua amica… comunque, il mio racconto non è finito qui. La sera esco un attimo per prendere una boccata d’aria e chi non vedo? Sì, proprio lui, Aiden. Lo saluto. Mi saluta.
“Senti Astrid, non è che ti va di prendere un gelato?”
“A questa ora? Be’, dai… provo a chiedere ai miei!”
Aspettò un attimo e poi…
“Sì, posso.”
“Perfetto. Dove andiamo? Non conosco molto la zona…”
“Immagino! Vieni, ti porto io in un bel bar!”
Passammo la serata così, in quel tavolino del vecchio bar della città, inizialmente a parlare del più e del meno per conoscerci, poi a iniziare a scherzare come se ci conoscessimo da una vita e infine… allora, gli faccio:
“Be’, penso sia ora di andare… sono quasi le undici e domani abbiamo scuola.”
“Sì, effettivamente hai ragione.”
Continuammo a parlare per tutto il tragitto. Poi quando arrivammo davanti a casa, mi dice:
“Ho passato davvero una bellissima serata. Grazie di tutto!!”
“Ah be’ sì, sì… proprio una bella serata. E’ ora che rientri. Ciao!”
“Sì, sì… aspetta un attimo.”
Mi giro di colpo. Vedo lui che mi corre incontro e mi da un abbraccio. Non me lo sarei mai aspettata! Ero una pietra. Nessun ragazzo mi aveva mai abbracciato così, senza un motivo. Ero veramente felice. Finito tutto, ci guardammo un attimo. Poi lui si voltò di colpo e se ne andò, nel buio di quella nota. Rimasi così sola, in mezzo alla strada, cercando di capire che diavolo mi era successo. Poi sentii i miei che chiamavano e rincasai.
E’ stato un giorno veramente bizzarro! Ora sono un po’ curiosa: voglio proprio vedere come si comporta domani a scuola!

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