Ecco una bellissima poesia sui cavalli, ma dei cavalli un po’ speciali… gli unicorni!
L’UNICORNO
Ieri notte ho sognato
L’Unicorno.
Bianco come la perla,
scalciava tutt’intorno,
respirando il silenzio lunare.
Il suo unico corno
si ergeva luccicante come una lancia.
Lo vidi scuotere il capo
e sbuffare e gonfiare la guancia
e calciare l’aria di mezzanotte.
Come crini d’argento erano le sue
chiome folte
Avevo la mente confusa, eccitata.
Non riuscivo a pensare, non potevo parlare.
Udiisulla mia testa uno sricchiolio di rami,
e lo vidi, da dove ero nascosto,
scomparire veloce dentro il bosco,
fra i tronchi avvolti nel velluto scuro.
Ma un rapido soffio di brezza notturna
mi strinse in una morsa di gelo,
strappandomi di colpo a quel sonno leggero
e trovai sul cuscino, accanto al mio viso,
una ciocca di crini argento vivo.
Conservai gelosamente quella ciocca,
dopo tanti anni la tengo ancora stretta,
racchiusa in una scatola sul davanzale della finestra.
E quando il mondo si fa cupo
intorno,
mi aiuta a sognare l’Unicorno.
Tratto da “Le due lune” classe 2^, il capitello
Tony Mitton, Prugna, Einaudi Ragazzi