Capitolo 8: il grande giorno

Il giorno della prova era finalmente arrivato!
 
Sveglia alle 6:50, colazione, mi cambio, mi lavo i denti, un po’ di mascara. Prendo lo zaino, un paio di scarpe e via fuori di casa! Aspetto Aiden nella piazzetta. Arrivato, sulle bici e via, veloci come il vento che soffiava in quella tiepida mattina autunnale. Arrivati a scuola, entriamo subito in classe. Le ore di lezione sembravano non passare mai: io ero eccitatissima, ma anche un po’ terrorizzata… Mery, mia vicina di banco, cercava di calmarmi.

“Dai Astrid, vedrai che andrà tutto bene… sei la migliore!”

“Magari fossi la migliore… cavolo, I’m very afraid!”

“Tranquilla, ci saremo anche io e Sally a vederti! Vedrai che con il nostro appoggio ce la farai!”

“Ahahah, sì!”

“Faremo tanto di quel tifo… sembreremo degli ultras!”

“No, non, no!! Ti prego… quel pazzo di McGillan non gradisce il tifo…”

“Oh, be’, allora sentirai i nostri sussurri!”

“Ahahahah”

La campanella che segna l’inizio della ricreazione suona. Grazie al cielo! Prendo la mia merenda a base dei soliti crackers e mi avvio verso la porta che da sul cortile. Improvvisamente, Aiden mi si piazza davanti.

“Hey, ho sentito che tu e Mery parlavate di cavalli prima…”

“Sì, dopo ho una sorta di gara, una prova che i miei vogliono farmi fare per vedere se sono abbastanza abile in sella per prendere un cavallo.”

“Non mi avevi detto che praticavi equitazione! E’ uno sport che mi piace molto, ma preferisco guardarlo da esterno: mi fa un po’ paura.”

“Tutto dipende da come ti poni: se tu sali in sella e hai paura, il cavallo lo sente e si comporta di conseguenza e perciò avrà paura anche lui. Se invece sei tranquillo, anche il cavallo sarò calmo.”

“Ne terrò conto… comunque, mi dicevi di questa prova. Esattamente, cos’è che devi fare?”

“E’ una storia lunga: questa estate, ho conosciuto un signore che doveva vendere la cavalla. Così, mio zio ha deciso di farmela provare. Ci siamo subito piaciute e così sono circa riuscita a convincere i miei. Loro hanno detto che dovrò superare una prova di salto e una sezione di dressage a mia scelta. Loro, non intendendosene, hanno chiamato un giudice per valutare il mio lavoro. Ovviamente, non una persona qualsiasi, ma quell’uomo di McGillan…”

“Oh my God! L’ho sentito nominare e non ha una cos’ buona reputazione mi dicono…”

“E’ il giudice più severo di tutto l’Universo, anche quello non conosciuto, ne sono certa! Comunque, Mery e Sally vengono a vedermi questo pomeriggio.”

Sinceramente, ora mi aspettavo che mi dicesse “Se vuoi vengo anche io, sempre che non disturbi…”
 

“Be’, buona fortuna allora!”

Be’, buona fortuna?! Ma che diavolo di risposta! Cavolo!
 

Finita la scuola, presi la bici e andai con Aiden a casa. Per tutto il tragitto non aprimmo bocca. Io ero giù di morale, lui… be’ lui non lo sapevo. Lo salutai ed entra a casa. Pranzai con i miei. Anche lì, non volò neanche mezza parola. Finita la pasta al ragù, mi diressi in camera. Pantaloni, calzini alti, maglietta arancione (vecchia come il mondo, ma un ottimo portafortuna!) e cappellino da baseball nero, anche quello vecchissimo. Presi una borsa, ci misi gli stivali, il cap e come al solito, dei dolcetti per i cavalli. Scarpe, bici e via verso il maneggio. Arrivai. Julia, Mery e Sally erano già lì e sembravano aver anche già fatto amicizia.

“Hey Astrid!” mi dissero in coro

“Ciao ragazze. Vedo che avete già fatto amicizia! bene, così mi risparmiate le presentazioni!”

“Ahaha, sei sempre la solita!” mi disse Sally

“Ora muoviti e va’ a preparare Wayra, deve essere impeccabile. Se ti serve una mano…”. Julia, sempre pronta ad aiutarmi

“Se mi serve una mano? Ma direi che me ne servono tantissime! Io la pulisco e tutto, se voi mi andate a prendere l’occorrente, Julia vi aiuterà a trovare tutto, sarebbe fantastico!”

“Agli ordini boss!” dissero Mery e Sally.

Stavo preparando Wayra quando lui arrivò. Passo solenne, testa alta, occhi fissi verso di me. Il solito McGillan. E dietro, i miei genitori, con aria soddisfatta e un sorriso beffardo sulla faccia.

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