Ciclo di vita del cavallo

Bene, oggi si parla di… puledri! Iniziamo dal principio… Cavalli e pony possono crescere fino a 5 o 6 anni, quando completano la loro maturità. Prima di allora, le ossa non sono abbastanza forti e robuste per nessun tipo di lavoro intenso. Un cavallo diventa vecchio attorno all’età di 20 anni, ma possono comunque continuare a lavorare senza problemi per ancora una decina di anni, se tenuti bene; possono comunque vivere fino a 30 o più anni. Puledri

FATTRICE GRAVIDA: gravida significa che una giumenta è incinta Porta in grembo il suo puledro per 11 mesi e verso la fine di questo periodo la sua pancia appare vistosamente, soprattutto se vista di fronte.

LE PRIME ORE: quando nasce il puledro, la madre lo lecca per pulirlo. Dopo circa un’ ora il piccolo si alza sulle zampe, quando farà la sua prima succhiata di latte. Anche se incerti, in natura i puledri trottano e galoppano a fianco della madre dopo poche ore.

NOMI DEI PULEDRI, ETA’…

  • Viene chiamato puledro il cavallo che non supera i 12 mesi di età
  • Lo yearling è il cavallo che ha tra i 12 e i 24 mesi di età
  • Verso i 2 anni inizia ad assomigliare a un cavallo adulto, anche se immaturo
  • A 4 anni è pronto per iniziare a lavorare
  • Tra i 5 e 15 anni il cavallo è nel fiore della sua vita. I cavalli che gareggiano sono all’apice delle loro possibilità in questi anni
  • Dopo i 20 anni un cavallo è definito anziano

Fattrice gravida

Si può determinare l'età del cavallo dai suoi denti. Quando invecchi, gli incisivi,  si inclinano maggiormente e i segni sulla loro superficie cambiano.

Si può determinare l’età del cavallo dai suoi denti. Quando invecchi, gli incisivi, si inclinano maggiormente e i segni sulla loro superficie cambiano.

Il pony

Fino a poche decine di anni fa si soleva distinguere i cavalli in tre categorie fondamentali: cavalli a sangue caldo, cavalli a sangue freddo e pony.
Le prime due definizioni non derivano, ovviamente, dalla temperatura del sangue dell’animale, ma erano utilizzate, la prima, per indicare tutti i cavalli agili e veloci, considerati da sella e ritenuti discendenti del cavallo delle steppe; la seconda si riferiva a tutti i cavalli pesanti e lenti, tranquilli di carattere, utilizzati nel lavoro e nel traino e discendenti del poderoso cavallo della tundra.
La terza categoria, quella dei pony, comprendeva tutti i cavalli la cui altezza al garrese risultasse inferiore ai 144 cm, fossero essi da lavoro, da tiro o da sella.
Oggi si adotta una classificazione che tiene conto sia dell’altezza al garrese tipica della razza, sia della struttura fisica.

L’Unicorno di Tony Mitton

Ecco una bellissima poesia sui cavalli, ma dei cavalli un po’ speciali… gli unicorni!

Unicorni

L’UNICORNO

Ieri notte ho sognato 

L’Unicorno.

Bianco come la perla,

scalciava tutt’intorno,

respirando il silenzio lunare.

Il suo unico corno

si ergeva luccicante come una lancia.

Lo vidi scuotere il capo

e sbuffare e gonfiare la guancia

e calciare l’aria di mezzanotte.

Come crini d’argento erano le sue

chiome folte

Avevo la mente confusa, eccitata.

Non riuscivo a pensare, non potevo parlare.

Udiisulla mia testa uno sricchiolio di rami,

e lo vidi, da dove ero nascosto,

scomparire veloce dentro il bosco,

fra i tronchi avvolti nel velluto scuro.

Ma un rapido soffio di brezza notturna

mi strinse in una morsa di gelo,

strappandomi di colpo a quel sonno leggero

e trovai sul cuscino, accanto al mio viso,

una ciocca di crini argento vivo.

Conservai gelosamente quella ciocca,

dopo tanti anni la tengo ancora stretta,

racchiusa in una scatola sul davanzale della finestra.

E quando il mondo si fa cupo

intorno,

mi aiuta a sognare l’Unicorno.

Tratto da “Le due lune” classe 2^, il capitello

Tony Mitton, Prugna, Einaudi Ragazzi

La lezione di domenica

Ecco qua, come promesso, il riassunto della mini-lezione di domenica.

Arrivo al maneggio e il tempo già non promette bene… nuvoloni e qualche goccia di pioggia… avremmo dovuto fare lezione dentro. Entro in scuderia e c’è la Franz (la mia insegnante) che muove una bellissima cavalla araba (credo) grigia. La saluto, insieme alla Chiara, la padrone di Wizu. Poi vado a pulire l’Alice, la cavalla della Maggie. Arrivata anche lei, le lascio la cavalla. Nello stesso minuto, arriva anche la Giova, la padrona di Ufo. Aspetto, perchè devono muovere l’Alice; intanto sello Wizu, il cavallo che avrei montato a lezione. Finito di far muovere l’Alice, entro in campo, insieme ad Ufo e alla Giova. Mi metto al passo sulla pista insieme alla Maggie e facciamo delle rotazioni del busto; poi facciamo ruotare il braccio sia in avanti che indietro. Ci mettiamo al trotto e continuiamo la serie di esercizi: toccarsi la punta del piede, le orecchi del cavallo e altri. Facciamo la stessa cosa anche dall’altra mano. Finito, andiamo al centro e Franz ci accorcia le staffe. Oh mio Dio, cosa ci fa fare? E cosa, se non metterci al trotto e farci battere sella e poi stare in piedi (no, dico sul serio) sulle staffe? Di fatti, è quello che facciamo. Finita la tortura, usciamo dal campo e mettiamo i cavalli in box per pulirli.

La prossima lezione ce l’ho venerdì. Sabato vi racconterò tutto!!

Ricordi…

Oggi, mentre mi preparavo per andare a montare (nel pomeriggio), ho ritrovato la mitica maglietta gialla, quella che mi ha accompagnato nella mia prima gara. Non sapete quanti ricordi contiene: i duri allenamenti, il tifo degli amici, il sostegno della squadra, il suono degli zoccoli sulla sabbia, le grida, i sorrisi, le lacrime… quanti ricordi!!!

Così, vado a vedere le foto di quella gara… eccone un paio!

 

Abbigliamento equestre

Per montare a cavallo, i vestiti che si indossano, non sono casual. Ci sono veri e propri indumenti per praticare questo sport, e sono di due  tipi:

–      l’abbigliamento in stile western (costituito da jeans, chaps, stivali lavorati, una bandana intorno al collo, una giacca con le frange e un cappello a tese larghe. I giovani, però, devono indossare il cap classico da monta inglese).

–      l’abbigliamento in stile inglese (costituito da cap, maglietta, jodphur o pantaloni a ghetta, stivaletti bassi con o senza i parastivali o ghette o stivali alti, guanti e giubbetto protettivo).

Noi andremo ad analizzare l’abbigliamento inglese.

–      IL CAP: è senza ombra di dubbio il più importante indumento per cavalcare e tutti (dai bambini ai più anziani) devono indossarlo perché protegge la testa da eventuali urti in caso di caduta. Sarebbe meglio comprarne uno nuovo e non di seconda mano, perché potrebbe nascondere danni nel rivestimento interno e quindi non garantire la massima sicurezza. Ne esistono di vari tipi e di vari colori, ma il più classico è quello nero.

  • Personalmente consiglio di utilizzarlo a tutte le età e qualsiasi sia il tipo di attività che si faccia con il cavallo.

–      I JODHPUR: sono  i pantaloni per andare a cavalcare. Sono aderenti e hanno dei rinforzi nei punti che vengono a contatto con la sella. Ne esistono di vari colori, ma quelli regolamentari da gara sono bianchi o beige. Ne esistono di due tipi: quelli da portare con lo stivaletto basso (i pantaloni a ghetta) e terminano con un elastico da infilare sotto il tacco dello stivaletto. L’altro tipo (il vero e proprio jodhpur), si porta con lo stivale alto o con lo stivaletto con la ghetta. Sono più aderenti di un pantalone a ghetta e sono usati nelle gare di un certo livello.

  • A mio avviso devono essere pratici e comodi, oltre che resistenti, quindi sceglieteli con cura.

–      STIVALI: possono essere di due tipi; gli stivaletti bassi che arrivano sopra il malleolo e con un tacco di circa due centimetri, che serve per evitare che il piede scivoli nella staffa. Gli stivali alti arrivano sino sopra il ginocchio e hanno sempre un tacco di due centimetri. Possono essere in cuoio o in gomma, di solito neri.

–      GHETTE o PARASTIVALI: si indossano con gli stivaletti bassi e sono un’alternativa agli stivali alti. Possono essere in cuoio, pelle scamosciata o tessuto impermeabile, di solito neri o marroni.

–      GUANTI: sono importanti per evitare che le mani scivolino, per proteggere dallo sporco e per prevenire eventuali irritazioni e vesciche. Sarebbe opportuno usare guanti appositi per l’equitazione dato che quelli comuni sono poco resistenti alle abrasioni.

  • Io li uso in tutte le stagioni così evito le vesciche a cui sono soggetta.

–      GIUBBOTTO PROTETTIVO: è ideale per proteggere la schiena del cavaliere in caso di caduta. Dovrebbe sempre essere usato nel cross-country. Esistono tre categorie di giubbotti protettivi. Il livello 1 viene identificato da un’etichetta nera e corrisponde alla protezione più bassa; adatto a fantini con licenza. Il livello 2 viene identificato dall’etichetta marrone e offre una protezione media. Adatto per le attività equestri a basso rischio. Sono esclusi quindi, l’equitazione su strada e su altre superfici dure, percorsi con salti e quando si montano cavalli giovani o eccitabili. Il livello 3 è identificato dall’etichetta viola e offre la protezione maggiore. Appropriato per l’equitazione generica, le competizioni e l’addestramento

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Operazione grooming

Oggi vi propongo un bell’articolo su come governare (pulire) un cavallo; partiremo con gli attrezzi, per poi arrivare a usarli sul cavallo.

Ecco cosa ci serve innanzitutto per pulire il nostro amico a quattro zampe

  • IL BRUSCONE: ha setole dure e si usa per eliminare il fango secco.
  • LA BRUSCA: ha setole corte adatte a rimuovere la polvere, il grasso e i peli (soprattutto quando li cambiano) del mantello.
  • LA STRIGLIA IN PLASTICA O IN GOMMA: si usa per togliere fango, pelo morto e macchie.
  • IL PETTINE DI FERRO: si sfrega contro le spazzole per pulirle. Non si deve usare sul cavallo.
  • IL NETTAPIEDI: può avere una spazzolina attaccata, si usa per eliminare lo sporco e i sassi dagli zoccoli.
  • LA BRUSCA DI SAGGINA: inumidita, si usa per dare il tocco finale sul pelo del cavallo.
  • IL PETTINE DA CRINIERA: si usa per spazzolare i crini del cavallo. Sono sconsigliati (da me) quelli in plastica, perchè non sono molto resistenti. Sono consigliati, invece, quelli in ferro e le spazzole (vedi galleria).
  • IL GRASSO PER GLI ZOCCOLI: viene applicato sugli zoccoli con l’apposito pennello, per dare un aspetto più elegante in occasioni speciali.
  • UN PANNO DA SCUDERIA: è uno straccio che si usa alla fine di tutte le operazioni per dare il tocco finale.
  • LE SPUGNE: servono per pulire gli occhi, le narici e la zona sotto la coda. E’ consigliabile utilizzarla una per ognuna delle tre zone.

Tutti questi oggetti (che poi possono essere arricchiti con gli elastici, l’antimosche, brusche più piccole per pulire il muso, leccornie per il cavallo…) nella cassetta per il grooming.

I cavalli devono essere spazzolati ogni giorno, per pulire macchie, fango… ecco la serie di operazioni per pulire correttamente il cavallo:

  1. Innanzitutto, prendete la striglia in plastica e compite dei movimenti circolari su tutto il cavallo, partendo dal collo. Escludete da questa operazione arti e muso, perchè sono parti troppo delicate per questo tipo di lavoro.
  2. Prendete la brusca e passatela su tutto il corpo nel verso del pelo. Da questa operazione escludete solo gli arti.
  3. Ora utilizzate la striglia in plastica prima, il bruscone poi, per togliere il fango dagli arti.
  4. Passiamo ai crini. Prendete la spazzola e spazzolateli, cercando di togliere tutti i nodi e, in caso, di togliere paglia o truciolo rimasti impigliati tra la coda.
  5. Ora occupiamoci degli zoccoli: usate il nettapiedi per togliere la terra incastrata al di sotto di questi. Se necessario, utilizzate la spazzolina per dare il tocco finale.
  6. Prendete le varie spugne, e pulite narici, occhio e la parte sotto la coda.
  7. Per finire, utilizzate il panno da scuderia per togliere quello che è rimasto.
  8. Ora il vostro cavallo è pulito… ottimo lavoro!